Tra i piatti a base di carne, a Brescia regna lo spiedo di Serle
In Italia la tradizione culinaria ha da sempre un ruolo molto importante: sono molti i piatti tipici che caratterizzano in modo profondo gli usi e costumi delle varie regioni. Nonostante ci sia stato di recente un grande “boom” dei vari metodi di cucina (Finger food, Cucina vegana, Cucina afrodisiaca ecc.), in Italia la cucina tipica le fa da padrona. In Lombardia, più precisamente in provincia di Brescia, possiamo trovare diverse pietanze tradizionali, che vanno dai primi (come i Casoncelli, una pasta fresca della zona ripiena di prosciutto cotto, parmigiano e noce moscata), ai secondi (ad esempio il Manzo all’olio, una carne molto magra condita con acciughe e verdure varie, oppure la Tinca al forno, pesce tipico della zona, servito con della polenta), per finire con i dolci (il Bossolà è uno dei dolci prodotti in zona ed è una ciambella molto alta e soffice coperta di zucchero a velo). Se si desidera scoprire un piatto ricco di sapori e tradizioni, occorre sicuramente assaggiare lo Spiedo Bresciano, che, al pari della Fiorentina in Toscana di cui abbiamo già parlato in questo articolo, riveste il ruolo di piatto principe della tavola e gode anche della denominazione De.Co. dei comuni di Serle e Gussago.
Lo Spiedo a Serle e le sue peculiarità
E’ uno dei motivi principali per cui il piccolo comune bresciano viene visitato ogni anno da molti turisti. Per scrivere questo articolo ci siamo avvalsi della collaborazione dell’agriturismo L’Aquila Solitaria, rinomato per essere uno dei posti migliori in cui mangiare lo Spiedo a Serle.
Lo spiedo è una pietanza composta da varie tipologie di carne (suino, coniglio, pollo, uccelli di piccola taglia) e patate, infilzati con un lungo spiedo. La procedura con la quale si prepara lo Spiedo a Serle è detta spiedatura, e consiste nell’infilzare i pezzi di carne seguendo alcune regole ben precise: Come primo pezzo viene infilata una patata, per evitare che la carne si secchi si usa mettere tra un pezzo ed un altro di carne dei cubetti di grasso e, sempre per evitare una cottura disomogenea, si affiancano sempre pezzi di carne magra a pezzi di carne grassa (ad esempio la carne di coniglio vicino alla carne di maiale).
La salvia ha un ruolo molto importante e viene messa sia tra un pezzo di carne ed un altro che all’interno delle stesse, infine, per evitare una cottura non uniforme, va sottolineato che tutti gli ingredienti vengono appoggiati gli uni agli altri e non pressati. Per quanto riguarda la cottura dello Spiedo di Serle, esistono dei forni fatti appositamente: sono lunghi e con dei supporti rotanti sotto i quali porre la fonte di calore. La pietanza ha un tempo di cottura minimo di quattro ore a fuoco rigorosamente molto lento durante le quali il tutto viene condito con abbondante burro fuso, sale ed aromi vari. Il combustibile usato solitamente è legno d’ulivo o di vite o al limite carbonella. Si può cucinare la pietanza anche in un forno elettrico, ma con risultati decisamente più deludenti.
Se si vuole mangiare lo Spiedo Bresciano a Serle, ci si può recare nei vari agriturismi e ristoranti presenti in zona, ma, classifica di Tripadvisor alla mano, quello che ci sentiamo di consigliarvi per la cucina dello Spiedo a Serle è l’agriturismo L’Aquila Solitaria.
Oltre il buon cibo, a parte lo Spiedo a Serle c’è molto altro da vedere
Il piccolo comune bresciano non è conosciuto esclusivamente per lo Spiedo a Serle, se si è amanti della natura si potranno sicuramente trascorrere delle interessantissime giornate nell’altopiano di Cariadeghe: è un parco naturale nel comune di Serle ed essendo un territorio carsico, ospita numerose grotte da visitare, che un tempo erano usate come ghiacciaia.
Per quanto riguarda la fauna, si possono incontrare varie specie di rapaci (falchi, gufi, poiane, allocchi) nonché cinghiali, volpi e faine. S
e invece, dopo aver mangiato lo Spiedo a Serle, si desidera visitare il paese, si possono visitare i vari monumenti dedicati a Don Pietro Boifava, patriota delle Dieci Giornate di Brescia che nel 1848 si impose contro le truppe austriache, divenendo al termine del conflitto sindaco di Serle e successivamente consigliere e giudice conciliatore, per poi tornare alla sua iniziale vita da pastore e morire in povertà dopo aver devoluto tutti i suoi beni ai poveri del paese.
Durante l’anno, inoltre, sono numerose anche le manifestazioni culturali ed enogastronomche organizzate dalla Pro Loco del comune bresciano.