La indossa il giudice, il pubblico ministero, la indossano gli avvocati. Tutti la conoscono e la riconoscono facilmente, ma non tutti sanno che cosa significa. La toga, l’abito forense per eccellenza, simbolo degli operatori giudiziari, è un abito dotato di una lunghissima, antica e gloriosa storia.
L’indumento che viene indossato in udienza da giudici ed avvocati, quindi, ha una storia assai gloriosa ed ancora oggi riveste un simbolo unico, importante, quello dell’esercizio della legge nel rispetto dei diritti.
Ma da dove viene la toga? Quale è la sua storia ed oggi, ai nostri tempi, che cosa simboleggia questo vestito dalle origini così antiche?
La toga nasce nell’antica Roma: già il nome, ‘tego’, significa ‘copro’, ovvero la toga veniva indossata sopra la semplice tunica. Non da tutti, però: solamente i patrizi, senatori, l’imperatore ed i magistrati, ovvero quelle persone che ricoprivano un ruolo di spicco all’interno della società civile, potevano indossarla. La toga era riservata agli uomini (e non alle donne) liberi, cittadini romani.
L’imperatore la portava di porpora ed oro, tutti gli altri bianca; chi non indossava la toga, portava solamente la tunica.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, e l’avvento dei barbari, l’uso della toga gradualmente scompare e non viene più utilizzata.
Dall’Antica Roma, la tradizione della toga venne poi ripresa nel Medioevo. In quest’epoca cambia colore e diventa completamente nera, e viene indossata anche in questo caso da persone che ricoprivano certi ruoli nella società: medici, avvocati e magistrati, professori universitari. Da quel momento, decade, e viene poi restituita ai nostri giorni.
La toga ai nostri giorni
Oggi la toga viene indossata da magistrati, avvocati e procuratori, ed è un regio decreto del 1927 ancora oggi in vigore a stabilire espressamente quali sono le regole della toga, come è fatta e le caratteristiche delle toghe per magistrati e di quelle riservate agli avvocati.
Ogni giudice, ad esempio, indossa un abito diverso: cinture di seta, tocchi, cordini, collari e nappe non sono elementi decorativi a piacere, ma simboleggiano la carica, l’esperienza ed il ruolo del magistrato.
Lo stesso vale per l’avvocato: il colore del cordolo è diverso a seconda che sia abilitato o meno al patrocinio in Cassazione o di fronte al Consiglio di Stato. Questo è l’elemento che consente di distinguere le toghe che, per il resto, sono uguali (a parte qualche cambiamento nel tessuto).
Non solo. Gli avvocati portano la toga aperta, con una larga mostratura di seta; i giudici chiusa.
Il simbolo della toga: quale è?
La toga non è semplicemente un abito di scena, ma ha un valore simbolico particolarmente elevato e per questo non si può non indossarla, se si è avvocati o magistrati durante le udienze.
L’uso della toga è obbligatorio in udienza: se non la si indossa, si rischiano delle sanzioni disciplinari. Questo perché questo abito ha un altissimo valore simbolico che rappresenta la forza della legge, la sua imparzialità, di fronte al cittadino ed al popolo. Indossando la toga, l’avvocato difende il cittadino; il giudice decide in modo imparziale. Ogni operatore del diritto, quindi, si fregia di questa tradizione millenaria e molto simbolica indossando quest’abito che li rende tutti simili, tutti rispettosi della legge, differenziandoli dagli altri cittadini.
Questo fa capire quanto oggi la toga sia ancora estremamente importante, un abito dal valore simbolico eccelso, il simbolo di una lunghissima tradizione giuridica che in Italia – culla della civil law – è particolarmente sentita. Ancora oggi, ai nostri tempi, quindi, la toga è un simbolo antico che nonostante l’evoluzione civile continua a rappresentare l’altissima e fondamentale funzione di chi amministra la legge nella sua concretezza e nell’interesse dei cittadini.