Essere proprietari di un ristorante o di catene di ristorazione porta a immense soddisfazioni. Oggi come oggi, poi, se si è bravi con l’uso della fotocamera e dei potenti mezzi di videoripresa è possibile farsi conoscere anche fuori dall’Italia. Se ancora come ristoratori non avete pensato a questo mezzo comunicativo moderno, siete sulla strada sbagliata e in questo approfondimento viene ben spiegato il perché.
Alle immense possibilità di successo, tuttavia, si accompagnano per i proprietari dei ristoranti anche responsabilità di alto livello. Non ci sono solo le questioni relative alla manutenzione e ai controlli periodici, ma bisogna conoscere bene la questione rifiuti. Infatti l’attività di ristorazione comporta grande attenzione.
Le multe previste per inquinamento atmosferico o errate procedure di gestione dei rifiuti sono molto salate. È sufficiente un controllo, come quello illustrato in questa breve news, per far scattare procedure d’infrazione e rischi di sospensione dell’attività.
Come si gestiscono le acque reflue nella ristorazione
Per cui chi possiede uno o più locali di ristorazione deve porre massimo riguardo ai propri rifiuti. Sono numerose le cose da sapere a tal proposito e si va ben oltre la semplice divisione dei sacchetti o dei contenitori. Per esempio, un elemento sottovalutato, ma quanto mai importante è la gestione e lo smaltimento delle acque reflue, ovvero di quelle acque che non sono pure perché contengono elementi galleggianti, sostanze che restano in sospeso, quelle colloidali e quelle che si disperdono.
Tutte acque che tramite apposite procedure possono essere purificate e riutilizzate a loro volta per l’ambiente. Se un ristoratore pensa che la cosa non lo riguardi, in realtà si sbaglia. Dal momento che le acque reflue di un ristorante rientrano nella categoria di quelle industriali e quindi vanno trattate.
In questo sito viene ben spiegato quale sia il trattamento più idoneo per le acque di scarico, quale normativa deve rigorosamente essere seguita e anche quali autorizzazioni occorrono da parte del Comune di appartenenza per la gestione delle stesse. Oltre a queste, poi, un ristorante produce altre tipologie di rifiuti. Vediamo insieme di capirne qualcosa di più.
Divisione principale dei rifiuti nella ristorazione
Abbiamo i rifiuti organici da porre negli appositi contenitori. Quelli di vetro o ceramica rotta da portare nelle riciclerie idonee. Le bottiglie o i contenitori con dentro liquidi vanno svuotate e poste nel contenitore del vetro, mentre l’olio avanzato va filtrato con un colino e poi raccolto e portato negli appositi posti di smaltimento.
Come ben spiegato qui, l’olio esausto fritto, per esempio, non va smaltito a caso, ma portato in siti ecologici presenti in tutta Italia. Anche la gestione dei sacchetti non è banale. Infatti i rifiuti devono essere raccolti in sacchetti antigoccia e bisogna controllare attentamente che non siano oggetto di parassiti.
Infine c’è da ricordare che i prodotti di plastica, le lattine e tetrabriks vanno raccolti e posti nel sacchetto della plastica, mentre i tovaglioli usati e la carta da cucina vanno messi nella raccolta degli organici.
A cosa serve la raccolta differenziata
Perché fare attenzione a tutto questo? Semplicemente per il benessere dell’ambiente che ci circonda e per non sprecare sostanze che costano e che possono tranquillamente essere recuperate, se la raccolta differenziata viene eseguita perfettamente. Ciò vale per la ristorazione, ma in generale per tutti i cittadini, a cui un po’ di educazione ambientale non fa mai male.