Se consideriamo la traduzione in italiano dell’espressione head hunter, ovvero cacciatore di teste, essa riflette solo parzialmente l’importante ruolo che questa figura svolge nel contesto del recruiting.
L’head hunter ha il compito di individuare i migliori talenti in circolazione da presentare ad aziende, enti o istituzioni che devono colmare posizioni vacanti o di trovare individui altamente qualificati per nuovi progetti.
Per raggiungere questi obiettivi, l’head hunter può operare come dipendente di un’azienda o lavorare per conto di una società specializzata in head hunting, come https://dikton.it/, che a sua volta collabora con varie aziende.
Esaminiamo ora più dettagliatamente chi è l’head hunter e quali sono le sue specifiche responsabilità.
Cosa fa l’head hunter
Il “cacciatore di teste”, figura di derivazione anglosassone, ha iniziato a farsi strada in Italia a partire dagli anni ‘90, ma ha raggiunto grande popolarità grazie alla diffusione dei social network professionali.
La sua attività non riguarda la ricerca di profili generici, ma si concentra sul reperimento di personale altamente specializzato. L’intervento dell’head hunter è richiesto per individuare, contattare e presentare all’azienda risorse con anni di esperienza alle spalle e dotati di competenze di alto livello, adatte a ricoprire ruoli dirigenziali o manageriali.
L’head hunter si occupa principalmente di executive search. A lui possono essere assegnate diverse fasi del processo di recruitment, come lo scouting, per individuare candidati in linea con il profilo ricercato, e la ricerca di candidati passivi.
Chi sono? I professionisti presenti su piattaforme come LinkedIn ma che non sono attivamente alla ricerca di nuove opportunità professionali.
L’individuazione dei candidati passivi
Nel caso dei candidati passivi, l’head hunter ha il compito di presentare un’offerta attraente dal punto di vista economico e di crescita personale, suscitando l’interesse del candidato e portandolo a valutare l’ipotesi di cambiare azienda.
Identificare i migliori candidati sul mercato, sia in modo attivo che passivo, è un compito impegnativo che richiede un’attenta analisi e un rigoroso processo di selezione.
L’head hunter, per avere successo, deve avere una chiara comprensione delle caratteristiche ricercate dall’azienda, compreso il job title, la job description e le competenze necessarie.
Solo in questo modo, può effettuare un adeguato matching tra le esigenze del cliente e la persona contattata. Questo approccio consente all’azienda di risparmiare tempo e di inserire nel proprio organico una risorsa già in possesso delle competenze specifiche richieste.
Differenze tra head hunter e recruiter
Head hunter e recruter, pur operando entrambi nel contesto delle risorse umane, sono figure ben distinte tra loro.
Una distinzione significativa riguarda il focus del recruiter, che spesso è rivolto verso individui in cerca di lavoro con varie specializzazioni, mentre il “cacciatore di teste” punta esclusivamente a professionisti con l’esperienza e le qualifiche richieste.
Mentre l’head hunter, come detto, si concentra sulla ricerca di talenti, i recruiter (in particolar modo quelli impiegati internamente alle aziende) possono gestire processi più ampi che impattano sull’employer branding.
Un’altra grande differenza la fanno le persone con cui interagiscono queste due figure professionali. Gli head hunter, infatti, stabiliscono relazioni dirette con i talenti, mentre i recruiter possono interagire con candidati che hanno presentato domanda, senza garantire loro un contatto diretto.
Inoltre gli head hunter sono spesso orientati a “riempire” le posizioni vacanti nel breve termine, cercando profili specifici. Al contrario, i recruiter hanno una prospettiva più ampia tanto che, nel caso in cui le competenze di un candidato non corrispondano alle esigenze, può offrire alternative o mantenere il contatto per progetti futuri.