Clacson, ritmi frenetici al lavoro, pasti fugaci al lavoro. La nostra società, sempre più schiacciata dal tempo e dalla folle rincorsa verso il profitto, è la causa di molti più disturbi di quello che possiamo pensare. Lo stretto legame cervello intestino e l’aumento dei casi di colite psicologica tra gli adolescenti non sono le uniche conseguenze determinate da questo eccessivo modo di vivere. Gli aspetti negativi di un’esistenza accelerata, in cui l’azione ha sempre la meglio su pensiero e l’istinto alla razionalità, non hanno solo ripercussioni fisiche sul nostro corpo stressato, ma possono assumere la forma di disturbi della personalità. Si potrebbe trattare di problematiche più subdole, che hanno a che fare con l’inconscio. Il fatto che si tratti di tratti di difficoltà che si manifestano il più delle volte a livello mentale, non facilità affatto ne la fase di cura, ne quella di diagnosi.
Insicurezza sociale e squilibri
Molte malattie, legate alla nostra esistenza a dir poco movimentata ed estraniante non sono facili da studiare. Cerchiamo quasi sempre di circoscrivere il problema nell’ambito della sporadicità, giustificando una sensazione di disagio, come un fenomeno passeggero. Siamo capaci di etichettare con la logica della illusione di razionalità qualsiasi malessere che ci possa allontanare dalla comprensione assoluta della nostra realtà. Accade così che la tipica sensazione di insicurezza venga esplicitata solo come un malessere del momento, come una mancanza di energia o un problema irrisorio. Eppure l’insicurezza adolescenziale è una delle fonti di maggiori traumi psicologici per gli individui, fonte di sofferenza reale di svariate difficoltà espressive e relazionale che si possono manifestare quando si è adulti.
Troppo spesso le vittime sacrificali di questo “tentativo di progresso sociale”, in grado di schiacciare le emozioni e la sfera privata, in favore del benessere tecnologico e della rapidità di comunicazione dei social networke e più in generale della comunicazione via internet, sono proprio i ragazzi, durante il periodo dell’adolescenza. Il faticoso passaggio dall’età infantile alla fase adolescenziale, non rappresenta soltanto un periodo di trasformazioni del corpo, ma anche il momento in cui si forgia la personalità dei futuri uomini e donne.
Il bombardamento di immagini e la promozione costante di stereotipi, attraverso le pubblicità ed i modelli dello spettacolo e sport, quando non si ha il tempo giusto per l’assimilazione razionale, possono sviluppare non solo confusione nella sfera emotiva, ma anche delle vere e proprie barriere psicologiche. Gli squilibri a cui porterebbe l’esasperazione di questi valori caotici e materiali, allontanerebbe l’individuo dai valori di vita, che rappresentano in fondo l’aspetto più umano dell’esistenza come esseri viventi nel macrosistema terra.
La sommatoria di questi fattori esporrebbe ogni singolo adolescente verso la spirale dell’insicurezza cronica, aumentando esponenzialmente le probabilità di soffrire ogni qual volta ci si ritrovi di fronte ad una situazione inaspettata o comunque impegnativa sul piano emozionale. Quella che i filosofi definiscono come insicurezza emotiva, soprattutto a livello scolastico, dovrebbe essere trattata con maggiore attenzione.
Il ruolo dei docenti non dovrebbe essere esclusivamente quello di preoccuparsi del perchè un alunno balbetti durante un interrogazione o vada troppo spesso in bagno, durante un compito in classe. Quello che si cela dietro una difficoltà di linguaggio o una diarrea da stress, dovrebbe motivare gli insegnanti a temprare meglio la psiche dei propri studenti, aiutandoli ad affrontare in maniera più serena possibile gli ostacoli della vita. L’omertà con cui i professori evitano di affrontare le situazioni di scherno, a cui sono soggetti gli alunni più fragili e meno sicuri di sé, è da ritenersi responsabile di molte
Pensare soltanto al fatto che gli alunni debbano studiare e rigare dritto e bendarsi gli occhi di fronte a comportamenti di bullismo o all’uso di appellativi e soprannomi che tagliano più di lame, le personalità di burro dei giovani adolescenti, è un atteggiamento vigliacco, che puzza di corresponsabilità.
Piccoli difetti estetici che possono riguardare la conformazione di un naso che somiglia più a un tubero che ad una parte anatomica, possono divenire fonti di traumi difficili da superare se viene a mancare l’appoggio psicologico di un amico insegnante. Ogni “maestro” dovrebbe assumersi la responsabilità di guida dei propri studenti, ascoltandoli nei momenti di bisogno e reggendo la loro mano nei momenti di insicurezza.