Significato e definizione dell’orecchio assoluto
L’orecchio assoluto è una capacità straordinaria che consente a una persona di riconoscere, identificare o riprodurre una nota musicale senza alcun riferimento esterno.
Chi possiede questa abilità può ascoltare una nota e dire immediatamente, ad esempio, che si tratta di un Do o di un Fa diesis, come se si trattasse di riconoscere un colore.
Non è una competenza comune: si stima che solo una piccola percentuale della popolazione mondiale ne sia dotata, rendendola un’abilità tanto rara quanto affascinante.
Chi ha l’orecchio assoluto tra i personaggi famosi?
Molti grandi musicisti e compositori nella storia erano dotati di orecchio assoluto.
Wolfgang Amadeus Mozart è forse il caso più celebre: già da bambino mostrò una capacità innata di riconoscere e riprodurre note con incredibile precisione.
Altri esempi includono Ludwig van Beethoven, Frédéric Chopin e, in tempi più recenti, artisti come Mariah Carey e Stevie Wonder.
Questa caratteristica non si limita al mondo della musica classica.
Molti artisti moderni nel jazz, nel pop e in altri generi musicali hanno l’orecchio assoluto.
Un esempio è Stevie Wonder, che ha utilizzato questa capacità per comporre alcune delle canzoni più iconiche del XX secolo.
Tra i cantanti pop, Mariah Carey è una delle artiste più conosciute per il suo orecchio assoluto, che le consente di eseguire performance vocali complesse con una precisione straordinaria. Anche
Charlie Puth, giovane artista e produttore, ha dichiarato apertamente di possedere l’orecchio assoluto e lo utilizza per creare arrangiamenti vocali e musicali unici.
Altri esempi includono Elton John, noto per la sua straordinaria capacità di improvvisare e trasporre melodie, e Michael Jackson, che nonostante non fosse in grado di leggere spartiti musicali, riusciva a creare interi brani vocalizzandoli direttamente ai suoi collaboratori.
La lista non si ferma qui: nel mondo del jazz, artisti come Miles Davis e Ella Fitzgerald erano noti per la loro acutezza musicale, che in alcuni casi può essere ricondotta a un orecchio assoluto o a un orecchio relativo estremamente sviluppato.
Infine, nel panorama asiatico, il fenomeno del K-pop ha portato alla ribalta artisti come IU (Lee Ji-eun), nota per la sua straordinaria capacità di adattarsi a diverse tonalità, spesso attribuita a un allenamento musicale molto rigoroso e a un orecchio eccezionale.
Svantaggi dell’orecchio assoluto
Sebbene l’orecchio assoluto sia spesso visto come un dono straordinario, non è privo di svantaggi.
Uno dei principali problemi riportati da chi possiede questa abilità è la difficoltà di tollerare note stonate o accordature non perfette.
Per esempio, in esecuzioni dal vivo o in registrazioni musicali, anche lievi imprecisioni nell’intonazione possono risultare estremamente fastidiose, rendendo l’ascolto meno piacevole.
Questa ipersensibilità può trasformarsi in un vero e proprio ostacolo, soprattutto in contesti dove la perfezione non è garantita, come nelle prove di gruppo o durante le esecuzioni amatoriali.
Un altro svantaggio riguarda l’adattamento alle diverse accordature. Molti strumenti non utilizzano l’accordatura standard a 440 Hz: alcuni pianoforti possono essere leggermente scordati o strumenti tradizionali possono adottare sistemi di intonazione differenti. Chi ha l’orecchio assoluto spesso fatica ad adattarsi a queste variazioni, vivendo l’esperienza come disturbante e poco naturale.
Sul piano educativo, l’orecchio assoluto può paradossalmente diventare un limite. Per esempio, chi possiede questa capacità potrebbe sviluppare una certa dipendenza dal riconoscimento immediato delle note, trascurando l’importanza dell’orecchio relativo, che invece è fondamentale per comprendere le relazioni tra le note in un contesto musicale. O ancora di trovarsi in difficoltà durante esercizi di trasposizione, dove è necessario pensare alla musica in termini di intervalli piuttosto che di note specifiche.
Un aspetto meno noto ma ugualmente significativo è l’impatto psicologico. L’ipersensibilità alle frequenze può portare a stress o frustrazione in ambienti rumorosi o durante l’ascolto di brani complessi con accordi dissonanti.
In alcuni casi, l’orecchio assoluto può diventare una distrazione, impedendo al musicista di godersi semplicemente l’esperienza musicale senza analizzarla costantemente. Infine, questa abilità potrebbe anche generare aspettative e pressioni, sia da parte degli altri che di sé stessi, nel raggiungere un livello di perfezione musicale che non sempre è realistico o necessario.
Come sviluppare l’orecchio assoluto
Molti si chiedono se sia possibile sviluppare l’orecchio assoluto attraverso la pratica. La risposta non è semplice. Anche se la maggior parte degli esperti concorda sul fatto che l’orecchio assoluto abbia una componente genetica, è possibile migliorare significativamente l’orecchio relativo (la capacità di identificare note in relazione ad altre). Questo può essere fatto attraverso esercizi specifici e un allenamento costante. L’apprendimento musicale, soprattutto in giovane età, gioca un ruolo chiave. Secondo alcuni studi, anche pratiche come l’ascolto attivo di brani complessi o il solfeggio possono affinare l’orecchio musicale. Qui trovi un approfondimento su come la musica possa migliorare la concentrazione e altre capacità cognitive.
Esame per rilevare l’orecchio assoluto
Esistono test specifici per determinare se una persona ha l’orecchio assoluto. Questi esami consistono generalmente nel chiedere al soggetto di identificare note musicali riprodotte da uno strumento. Alcuni test includono anche la capacità di riconoscere gli accordi o la tonalità di un brano. Oggi, grazie alla tecnologia, sono disponibili applicazioni e strumenti online che consentono di effettuare un’autovalutazione. Tuttavia, per una diagnosi precisa, è sempre meglio rivolgersi a un esperto musicale.
Non hai l’orecchio assoluto: puoi suonare ugualmente!
È importante ricordare che non avere l’orecchio assoluto non è un ostacolo alla pratica musicale. La maggior parte dei musicisti professionisti, inclusi quelli di altissimo livello, non ha questa capacità.
L’orecchio relativo, sviluppabile con la pratica, è più che sufficiente per suonare e comporre musica di qualità.
Inoltre, frequentare corsi di musica strutturati e professionali, come quelli offerti da Cantarte, può aiutare a migliorare significativamente le proprie competenze musicali, indipendentemente dal punto di partenza.