Tutti sappiamo che la pensione integrativa consiste in uno strumento di risparmio davvero vantaggioso, in quanto consente, quando si giunge all’età pensionabile, di usufruire di un assegno maggiore. Ma non si tratta certamente dell’unico vantaggio ad essa riconnesso: ve ne sono anche di natura fiscale.
Quando si parla di previdenza complementare, si fa riferimento a tutti quelli strumenti che permettono di ottenere una pensione integrativa che si affianchi a quella che viene erogata dall’INPS. Oggi sempre più persone, guardando al futuro, decidono di aprire dei fondi pensione o altre forme di previdenza complementare allo scopo di avere più certezze per quando saranno in pensione. In questo modo infatti accanto alla pensione statale avranno anche un’altra piccola pensione che deriva dai loro risparmi fatti nel corso della vita lavorativa.
La previdenza complementare comporta degli interessanti vantaggi anche in sede di dichiarazione dei redditi. Quando arriva il momento di fare la dichiarazione dei redditi, coloro che usufruiscono di una forma di previdenza complementare infatti possono accedere a tutti i vantaggi fiscali che son riconnessi a questa scelta. Stiamo parlando, in special modo, della deducibilità fiscale della pensione integrativa e della possibilità di dedurre dal reddito IRPEF i versamenti ai fondi pensione.
Grazie alla presentazione dei redditi, è possibile ridurre il carico delle tasse che grava su di sè usufruendo di tutte quelle agevolazioni che sono collegate alla previdenza complementare e che permettono di diminuire il reddito imponibile, aumentando il vantaggio fiscale.
La deducibilità fiscale permette di pagare meno tasse, e quindi la pensione integrativa è uno strumento di risparmio doppio perché vale anche quando si fa la dichiarazione dei redditi. Ma quali sono i vantaggi connessi alla deducibilità fiscale della pensione integrativa? Come si possono ottenere tutti questi vantaggi? Cerchiamo di vederlo assieme.
Deducibilità della previdenza complementare: come funziona
Vediamo come funziona esattamente la deducibilità dalla dichiarazione dei redditi della previdenza complementare. Tutto quello che si deve sapere è che i contributi che si versano durante l’anno alla previdenza complementare possono essere dedotti dal reddito fino alla soglia annua di ben 5.164,57 euro ed in questo modo quindi si pagano meno tasse. In questa somma vanno fatti rientrare anche i contributi che vengono versati non dal dipendente ma dal datore di lavoro. Ciò significa in sostanza che i contributi versati alla previdenza complementare, fino alla concorrenza di questa somma, non sono considerati reddito imponibile ai fini Irpef. Questo determina, è bene sottolinearlo, un risparmio perché si pagano minori aliquote rispetto a quelle che sarebbero altrimenti previste.
Ovviamente condizione necessaria perché si possano usufruire delle detrazioni connesse alla previdenza complementare è che si abbia un debito Irpef da pagare. Se non si presenta la dichiarazione dei redditi questo meccanismo non funziona.
La deduzione, inoltre, spetta anche se l’onere è sostenuto per dei familiari a carico, purché si rispetti la soglia indicata.
Non si può dedurre, invece il Tfr destinato al fondo pensione che quindi non rientra nella soglia appena indicata. Il reddito dal quale poter dedurre i contributi della previdenza complementare può essere autonomo, di impresa, insomma di vario tipo.
La deduzione è ammissibile sia per i contributi volontari, che per quelli che sono invece previsti da degli accordi collettivi o anche solamente da accordi aziendali.
Non solo: è bene sapere che a queste agevolazioni possono accedere anche coloro che hanno cotonato a versare i contributi anche oltre l’età pensionabile prevista dal proprio regime.
Su internet è possibile trovare indicazioni dettagliate circa come fare con la dichiarazione dei redditi e come compilarla per avvalersi di tutte queste detrazioni e vantaggi connessi alla pensione complementare.